Progetto: Spectrum Apartments
Luogo: 31-35 Harrow Street, Box Hill
Architetto: Kavellaris Urban Design
Awards: Nominated: 2016 International LEAF Architecture Awards
Costo: $ 15,5 Milioni
Committente: Shangyi Property
Il progetto sorge in
quartiere residenziale nella periferia di Melbourne, da poco integrato di
diverse funzioni quali scuole, ospedali, edifici a funzione commerciale e
direzionale e che ha quindi subito un aumento della richiesta abitativa. Si
compone di un edificio a ballatoio centrale in un lotto di 7400 mq circa, che
si eleva su 5 piani, di cui quattro piani adibiti a residenze ed il piano
terra, ove è presente l'ingresso principale, su strada nel versante sud,
adibito a funzioni commerciali di vario genere.
L'edificio si compone di quelle che i progettisti chiamano "strips", strisce, che si affacciano su strada con inclinazioni differenti creando quello che poi è l'involucro dell'intero blocco, con una facciata spezzata e diversa sui piani, che provvede a creare ombreggiamenti nelle aperture dei piani inferiori e nel caso dei cannocchiali sulle facciate nord e sud, anche nei terrazzi.
Si compone di 68 unità abitative, sempre simplex, distribuite su 4 piani, servite da un blocco servizi centrale, all'interno della corte interna allungata, con due ascensori. Questo sistema di distribuzione su ballatoi centrali, sospesi su una corte verde, caratterizza fortemente il complesso, ponendo l'accento su ciò che forse è l'aspetto principale del progetto: una ventilazione naturale all'interno di tutte le unità abitative.
Gli alloggi, infatti, hanno sempre affacci su lati opposti, generalmente anche almeno su tre lati, in quanto la tipologia predominante di appartamenti si compone di moduli accoppiati e specchiati, con spazi a tutt'altezza che s'interpongono tra le stanze da letto, permettendo un terzo affaccio otre ai due opposti (nord sud).
Ad esclusione della tipologia posta sul lato est dell'edificio, tutte le
altre hanno due bagni di cui uno dei a servire direttamente una camera da letto
ed un ingresso veicolato da un corridoio, che termina nella zona giorno e nel
cannocchiale che affaccia sulla strada (versanti nord e sud), creando una
continuità dello spazio, seppur schermando l'ambiente della zona giorno all'ingresso nell'abitazione. Allo stesso tempo, le camere, che
affacciano sullo spazio di circolazione interno, sono dotate di vetri opachi e
le vetrate più ampie sono rivolte agli spazi interstiziali tra un'unità
abitativa e l'altra, risolvendo in buona parte il problema della privacy tra un
appartamento e l'altro, o tra appartamenti e spazi di distribuzione orizzontale.
L'unica tipologia che non risponde a queste esigenze è quella sita sul
lato est, l'unità più minuta (80 mq più 10mq di terrazzo), che presenta solo
affacci sul fronte dell'edificio e non sulla corte interna, un ingresso sulla
zona giorno, senza schermature, né spazi distributivi interni, nella quale è
evidente il tentativo di disporre gli ambienti nel minor spazio possibile e non
è data forse una particolare attenzione a questi, facendo risultare
quest'ultimo un appartamento venuto da uno spazio di risulta, seppure sia
l'unica tipologia a differire un po' dalle altre, creando l'unica vera varietà
all'interno delle unità abitative.
Piantumazioni accostate alla facciata creano una schermatura ulteriore
sui tre lati esposti dell'edificio (nord sud est) così come la pelle che lo
avvolge articolando la facciata e la presenza di cannocchiali orientati
diversamente crea ulteriori zone d'ombra in tutti gli ambienti illuminati.
La carenza principale del progetto è quindi sostanzialmente una quasi totale
assenza di varietà, avendo organizzato ogni piano con uno schema distributivo
ripetitivo, modulare, funzionalmente efficace, ma che non può necessariamente
rispondere alle differenti esigenze che possono derivare da una varietà di
domanda. Tutti gli appartamenti sono infatti trilocali e le differenze
dimensionali tra questi sono quasi trascurabili (80+10, 95+10, 95+10, 96+13)
variando solo nel numero di affacci (culminanti negli appartamenti d'angolo che
godono di tre affacci) e nel posizionamento dei servizi e delle camere all'interno
degli ambienti. Gli architetti hanno infine utilizzato colori a rivestimento
interno dei cannocchiali, assieme alla facciata ventilata in alluminio che
avvolge come una pelle l'intera struttura, per richiamare le scelte estetiche
degli interni delle varie unità, tentando forse di diversificare gli ambienti
interni con una scelta cromatica piuttosto che con una diversificazione degli
spazi progettati, rispondendo alla fine alla domanda di una sola classe sociale
o tipo di utenza seppur col tentativo parzialmente riuscito di
"personalizzare" gli spazi interni e rifletterli all'esterno.
Pianta Piano tipo
Francesca Porcelli
Sitografia: