PLANT-ATELIER PETER KIS, 30-32 Housing, Budapest (Ungheria), 2007

L’edificio è inserito all’interno del denso tessuto residenziale del secolo scorso della città di Budapest assumendo la scala e gli allineamenti degli edifici circostanti come tema di progetto. Il proposito esplicito di non imporre la propria presenza in maniera evidente sulla cortina edilizia, l'obiettivo primario del progetto è quello di costituire un volume proporzionalmente connesso al tessuto urbano circostante cercando di ottimizzare gli spazi per ottenere un numero soddisfacente di appartamenti. Il quartiere circostante e l'ambiente ispirano la composizione stessa dell'edificio caratterizzato da facciate frontestrada dalle quali si accede a corti interne. 
L'area edificata del lotto è di minore dimensione rispetto alla parcella di progetto questo perchè si è scelta la frammentazione dell’intervento in due differenti volumi. Questi, da un lato si appoggiano al muro tagliafuoco seguendo la forma dell’edificio confinante, dall’altra completano con un nuovo quarto lato una corte interna all’isolato. La facciata del corpo più lungo è arretrata rispetto al filo stradale in modo da lasciare un generoso spazio pubblico alla città. Il varco tra i due corpi si apre sul giardino interno, permettendo la vista dei grandi alberi dal marciapiede esterno e facendo da collegamento visivo tra lo spazio pubblico della strada e lo spazio privato della corte, consentendo anche l'illuminazione naturale degli appartamenti, il giardino a forma di L è quindi uno spazio pubblico che separa e collega i blocchi.
Il committente dell’edificio è la municipalità di Budapest che richiede la realizzazione del complesso su un'area di 1218 mq, il complesso conta un totale di 2065 mq tra appartamenti e locali commerciali. Il progetto è stato ideato nel 2005 ed è arrivato a compimento nel dicembre del 2007.






I collegamenti e la composizione delle facciate.
I due volumi sono tra loro collegati da sei esili ponti in cemento, che continuano ai diversi piani i ballatoi interni e divengono l’elemento caratterizzante l’intero intervento. Sul tetto sono presenti due terrazze panoramiche che consentono di godere le paesaggio urbano di Budapest.
Le facciate, interamente rivestite in klinker scuro, sono segnate unicamente da balconi e da finestre, tutte di eguale dimensione, il rivestimento è il principale elemento di distinzione dagli edifici limitrofi, la scelta del colore del rivestimento si ispira alle caratteristiche facciate in mattoni scuri di questo quartiere mentre la scelta di semplici cornici bianche che inquadrano le aperture è stata determinata da uno scarso budget (circa 480 euro al mq). La disposizione in maniera disallineata sugli assi verticali accresce la natura solida e plastica dei corpi di fabbrica, celando la maglia regolare della struttura a pilastri. 
Il sottile gioco tra la soletta in cemento del balcone, le tende da sole e le ringhiere in acciaio finemente sottili e fitte è intrigante, aggiungendo un tocco di vulnerabilità a ciò che è a prima vista un edificio molto robusto.


















La sostenibilità e la limitazione dei costi.
L’utilizzo di pochi e semplici materiali, duraturi e di facile manutenzione, risponde in maniera tradizionale alle esigenze di sostenibilità ed efficienza, queste intese nel più ampio arco della vita di un edificio. La distribuzione e l’impianto tipologico degli appartamenti  richiama i modelli classici delle esperienze moderne europee, riprendendo da queste, con evidente coraggio, le soluzioni più radicali dei ballatoi e dei corridoi interni di collegamento longitudinale. Gli appartamenti sono di due tipologie: da 30 mq oppure da 60 mq. Lo scarso budget a disposizione è stato preso come una sfida che si può dire vinta.



























http://www.designboom.com/architecture/atelier-peter-kis-prater-street/
http://www.archdaily.com/93496/prater-street-kis-peter-epiteszmuterme



Lingfan Li