Luogo: Amsterdam
Anno: 2013
In risposta alle urgenze della ricostruzione nel secondo dopoguerra sono sorti blocchi immobiliari intensivi, oggi da rigenerare. Spesso hanno un aspetto obsoleto e sono scarsamente in linea con le esigenze del vivere contemporaneo. Demolizione e nuova edificazione rappresentano davvero la soluzione più rapida da percorrere? Di fronte alle pressioni della crisi abitativa internazionale si può ipotizzare un percorso alternativo, che sia frutto della sinergia tra i soggetti già in campo e i futuri inquilini? L’esperienza sociale e architettonica che ad Amsterdam nel giro di un biennio ha permesso di ridefinire l’identità di un edificio del 1956 (e si è aggiudicata l’Amsterdam Architecture Award 2015) testimonia una delle possibili modalità con cui una porzione di patrimonio esistente può essere recuperata e ricollocata sul mercato immobiliare in molte città europee.
Difatti l’intero quartiere di Staalmanplein nel Westelijke Tuinsteden (Western Garden Cities) di Cornelis van Eesteren ad Amsterdam, dal 2008 opera una radicale attività di rigenerazione, mentre la maggior parte degli edifici residenziali di questo quartiere a partire dagli anni '50 sono stati demoliti e sostituiti da nuovi edifici bassi e da blocchi residenziali chiusi, l'UJ Klarenstraat è stato selezionato per un esperimento(Il Klarenstraat è stato il primo progetto collettivo di miglioramento domestico di Amsterdam, combinazione di una posizione favorevole, prezzi competitivi e libertà): nel 2012 l'intero blocco è stato messo in vendita come appartamenti Do It Yourself. Il condominio è stato drasticamente trasformato da un gruppo di acquirenti eterogeneo di età e background: dalla famiglia al singolo, dal cantante d'opera all'ingegnere fino al curatore, in un edificio residenziale con un programma molto vario.
Nel libro DIY Klarenstraat New Perspective sul Social Housing Block post-bellico pubblicato da Jap Sam Books, una via di mezzo tra saggio, manuale e reportage fotografico; oltre alla presentazione di tutte le fasi del progetto, coordinato dallo studio olandese Vanschagen Architects, al proprio debutto in questo campo ma con un robusto background nell’edilizia residenziale, il libro fornisce strumenti operativi per rendere ripetibile altrove il “Klarenstraat approach”.
Vanschagen Architects ha consigliato i trenta acquirenti nello sviluppo del progetto, del suo design e della sua realizzazione, portando allo sviluppo di abitazioni con superfici variabili, in larga parte ad alte prestazioni energetiche a cui si affiancano le storie e i volti dei nuovi abitanti del complesso.
L’essere stati coinvolti in prima persona nella ristrutturazione, l’accresciuta consapevolezza verso i temi della sostenibilità ambientale e nei confronti dei processi costruttivi in generale, la soddisfazione legata alla realizzazione dei desideri espressi all’inizio del percorso li rendono i migliori “testimonial” possibili di questo esperimento che può essere considerato un successo, i residenti sono soddisfatti dei loro appartamenti autoprodotti e si percepiscono benefici effetti sociali del progetto sull’intero quartiere.
Nel libro DIY Klarenstraat New Perspective sul Social Housing Block post-bellico pubblicato da Jap Sam Books, una via di mezzo tra saggio, manuale e reportage fotografico; oltre alla presentazione di tutte le fasi del progetto, coordinato dallo studio olandese Vanschagen Architects, al proprio debutto in questo campo ma con un robusto background nell’edilizia residenziale, il libro fornisce strumenti operativi per rendere ripetibile altrove il “Klarenstraat approach”.
Vanschagen Architects ha consigliato i trenta acquirenti nello sviluppo del progetto, del suo design e della sua realizzazione, portando allo sviluppo di abitazioni con superfici variabili, in larga parte ad alte prestazioni energetiche a cui si affiancano le storie e i volti dei nuovi abitanti del complesso.
L’essere stati coinvolti in prima persona nella ristrutturazione, l’accresciuta consapevolezza verso i temi della sostenibilità ambientale e nei confronti dei processi costruttivi in generale, la soddisfazione legata alla realizzazione dei desideri espressi all’inizio del percorso li rendono i migliori “testimonial” possibili di questo esperimento che può essere considerato un successo, i residenti sono soddisfatti dei loro appartamenti autoprodotti e si percepiscono benefici effetti sociali del progetto sull’intero quartiere.
I 30 compratori hanno quindi un tipico appartamento degli anni '50 presso l'U.J. Klarenstraat trasformato in un edificio residenziale contemporaneo di cui hanno completato individualmente l'interno e la cui qualità dopo la ristrutturazione è elevata, con l'etichetta energetica A (era G).
Originariamente l’edificio fu progettato nel 1956 da Ernest Groosman (1917 - 1999), uno degli architetti più produttivi della ricostruzione. L'appartamento consisteva in uno scheletro di cemento con una facciata in mattoni, quattro piani con 40 case identiche di 75 m2 su un basamento di magazzini e garage. Gli acquirenti hanno avuto la libertà di comporre la casa da "blocchi" di 40 e 190 m2. I garage e le tettoie del plinto sono state ridisegnate in uno spazio abitativo con giardini sul retro. Sono stati anche creati nuovi balconi e terrazze sul tetto.
Non solo l'edificio sarà preservato perché nonostante i cambiamenti, l'appartamento ha ancora il suo aspetto caratteristico, ma anche la struttura verde circostante manterrà la sua forma originale in questa parte del quartiere.
Insieme ad altri tre blocchi, la Klarenstraat circonda un cortile. I giardini privati (40 m2) delle abitazioni al piano terra sono adiacenti a questo. Dalle scale c'è un accesso diretto al giardino collettivo così che anche gli altri appartamenti ne beneficiano. Inoltre, un balcone (2 × 4,5 m) può essere aggiunto sul lato del giardino. La costruzione del blocco consente di appendere questi balconi sull'edificio, che quindi possono essere applicati a caso. Gli appartamenti al piano superiore hanno inoltre l'opportunità di realizzare una casa sul tetto, direttamente accessibile dalla casa.
Tutte le case inoltre hanno un pavimento galleggiante per l'isolamento acustico con riscaldamento a pavimento integrato.Il progetto illustra così le nuove forme di sviluppo e mette in luce le possibilità dell'offerta postbellica, i nuovi modi di sviluppo urbano e il crescente apprezzamento per il patrimonio costruito dopo la seconda guerra mondiale. La partecipazione e la libertà hanno dato vita a un edificio che ospita non solo trenta case uniche ma anche entusiasmo, inventiva e creatività. Rappresenta l'incontro tra le esigenze abitative dei giorni nostri, punta a preservare la qualità architettonica originale e creare una nuova bellezza contemporanea, a migliorare l'immagine del quartiere e attrarre nuovi gruppi di popolazione nel vicinato.
https://www.goudenpiramide.nl/gouden-piramide-2016/inschrijvingen/detail/q/user_id/463
https://www.bing.com/images/search?view=detailV2&ccid=ifQ0QMo4&id=9582F5C849AA3D92CB97CBCB562543F530B7E03E&thid=OIP.ifQ0QMo4Vmbp55BqcBKesgHaFP&q=klarenstraat&simid=607991685630853331&selectedindex=111&mode=overlay&first=1
http://www.abitare.it/en/research/publications/2018/02/09/social-housing-amsterdam-book/?refresh_ce-cp
Lidia Polimeni #LABAA2018